Puntualizzazioni Lillipuziane

Qualche puntualizzazione dopo l’overdose di articoli e commenti apparsi sulla carta stampata in seguito allo show di Berlusconi e Sarkozy per dichiarare il ritorno del nucleare in Italia.

 

Prima cosa, Italia e Francia non hanno firmato alcun accordo internazionale, e’ stata firmata una lettera di intenti (per la precisione due memorandum of understanding) da Enel ed EDF con cui le due societa’ si impegnano a “costruire una joint-venture paritetica che sara’ responsabile dello sviluppo degli studi di fattibilita’ per la realizzazione di 4 unità di generazione” (fonte ENEL). Pertanto si tratta di un accordo fra imprese che non prevede alcun impegno vincolante e pertanto non prevede nessuna penale nel caso che il progetto non vada in porto.

 

Riguardo alla scelta nel reattore EPR, non si tratta di una scelta sorprendente, o si sceglie l’EPR o si sceglie l’AP 1000 di Werstinghouse. Scegliere l’EPR e’ la cosa piu’ naturale per Enel perche’ gia’ possiede il 12,5% dell’EPR in costruzione in Francia (a Flamanville) e perche’ l’EDF e’ disposta a partecipare al capitale necessario a costruire le centrali. Cosa non secondaria visto il periodo nero di Enel.

 

Molti giornali hanno dato per risolti i problemi di sicurezza e di scorie in questa terza generazione. Falso.

 

Innanzitutto va chiarito che i reattori nucleari di III generazione, sviluppati negli anni ’90, rappresentano l’evoluzione della II generazione sviluppata negli anni 1960-70, la fisica del reattore e’ immutata, sono stati invece migliorati tutti i dispositivi tecnologici di contorno. Sul fronte sicurezza, la terza generazione si distingue dalla precedente perche’ i sistemi di sicurezza sono ridondanti o sono di tipo “passivo”. Gli EPR sono del primo tipo ovvero se esiste un sistema di pompe per far circolare l’acqua per il raffreddamento, tale sistema è quadruplicato in modo che se si guasta, ve ne sono altri tre pronti ad entrare in azione. I sistemi passivi (come l’Ap 1000 di Werstinghouse) sono invece quelli che, facendo affidamento su circolazione naturale, gravità, convezione e gas compressi, fanno sì che il reattore sia in grado di auto-arrestarsi in caso di necessità e di assicurare la refrigerazione in condizioni di sicurezza anche in assenza di alimentazione elettrica e di operatori.

 

E’ indubbio che i reattori di III generazione siano migliori dei precedenti, così come una nuova auto è generalmente più sicura del vecchio modello rottamato, ma il rischio di incidenti permane. Riguardo agli EPR va segnalato che il giornale inglese “The Independent” sostiene che in caso di incidente catastrofico morirebbero il doppio delle persone rispetto ad un vecchio reattore poiche’  la quantità di materiali radioattivi presenti nei reattori e’ maggiore. I documenti redatti da EDF  dicono che le quantità di Bromo, Rubidio, Iodio e Cesio radioattivi saranno 4 volte superiori rispetto ad un reattore normale. Stime indipendenti di Posiva Oy (che smaltisce scorie nucleari finlandesi) dicono che lo Iodio 129 sarebbe 7 volte tanto, la NAGRA (Swiss National Co-operative for the Disposal of Radioactive Waste) dice che il Cesio 135 e 137 prodotto sarebbe 11 volte tanto.

 

Si continua a sostenere che le nuove centrali serviranno ad abbassare le bollette elettriche. Ma qualcuno ha rilevato sconti sulla propria bolletta dopo l’avvio della riconvertita centrale di Torre Valdariga Nord? La riconversione di questa grande centrale da petrolio a carbone, definito “pulito”, inaugurata il 30 luglio 2008 da Scajola in persona, era stata sostenuta dall’Enel proprio per ridurre le tariffe elettriche, essendo il carbone meno costoso di metano e petrolio e piu’ abbondante di entrambi (anche se piu’ inquinante).  Anche la borsa elettrica, creata pochi anni fa con la liberalizzazione del mercato, doveva far abbassare i prezzi, qualcuno se ne è accorto?

 

Riguardo alle scorie  Attualmente (dati ISPRA) abbiamo circa 60 mila metri cubi di rifiuti radioattivi (in parte stoccati all’estero ma destinati a rientrare) e 235 tonnellate di combustibile irraggiato per cui dobbiamo trovare un sito sicuro. Iniziamo a smaltire queste prima di produrne altre!

 

Molti dicono che e’ questione di tempo perche’ la quarta generazione di reattori non ne produrra’ piu’ e consumera’ altri combustibili per cui non serve neppure preoccuparsi se l’uranio economicamente conveniente durera’ solo altri sessanta anni.

 

Falso perche’ la quarta generazione e’ un mito, e’ il sogno di un nucleare che non abbia i problemi del nucleare!

 

Attualmente esiste un comitato internazionale formato da dieci paesi (http://www.gen-4.org/index.html) che lavora su sei tecnologie di reattori, comunemente identificato col termine quarta generazione:

 

1.       reattori veloci raffreddati a gas

2.       reattori veloci raffreddati al piombo

3.       reattori a sale fuso

4.       reattori veloci raffreddati al sodio

5.       reattori supercritici raffreddati ad acqua

6.       reattori a gas ad altissima temperatura

 

Quali fra questi vedrà un giorno la luce e’ troppo presto per dirlo e qualsiasi previsione e’ puro esercizio di fantasia.

 

Per quanto riguarda il discorso di copiare altri paesi “virtuosi” come Francia e Svezia e’ bene dire che ogni paese deve cercare il proprio modello di produzione di energia elettrica basandosi sulle proprie caratteristiche peculiari. La Svezia non ha il nostro clima per cui sarebbe un errato modello, la Francia ha scelto il nucleare per diverse ragioni, non escluso il fatto di avere un arsenale nucleare militare. Il nucleare civile è integrato a quello militare poiché le tecnologie sono le stesse.

 

Certo guardare oltre confine non fa mai male, ma perche’ non guardare allora alla Spagna, alla Germania o al Portogallo? Un paese, come l’Italia, povero di risorse energetiche primarie e dipendente dalle importazioni dall’estero. Ebbene il Portogallo sta diventando un leader mondiale nelle fonti alternative (Vedi Financial Times 28 febbraio 2009), ed entro il 2020 prevede di produrre il 60% dell’energia elettrica da fonti alternative!

 

Infine, per quanto riguarda i costi, si e’ detto che lo Stato non paghera’ nulla, sara’ tutto a carico delle imprese.

 

Ma quando si parla di incentivi per convincere i comuni ad accettare un insediamento nucleare di che soldi si sta parlando? Quando si parla di Agenzia nucleare da creare di che soldi si parla? Quando si parla di rifiuti e di discariche nucleari di che soldi si parla? Quando si parla di assimilare l’energia nucleare e fonti alternative (per accedere ai finanziamenti del CIP6?) di che soldi si parla?

 

E quanto all’Enel, visto che il 31% e’ in mano allo stato (Ministero del tesoro e Cassa depositi e prestiti), di che soldi si parla?

 

Tenuto conto che il controllo del Tesoro su questa impresa sta facendo solo danni visto che piuttosto che ridurre i ricchi dividenti e limitare il debito dell’azienda, il ministero (per non rinunciare all’assegno annuale di 900 milioni di euro che ricava) impone un aumento di capitale che, ironia della sorte, al solo annuncio ha fatto perdere a ENEL in due giorni il 14% bruciando un capitale di 3,6 miliardi (pari a meta’ dell’aumento di capitale programmato); con quali soldi costruira’ i 4 EPR un’azienda che in borsa vale poco piu’ di 24 miliardi di euro e con le acquisizioni degli ultimi anni ha maturato un debito di 61 miliardi ?

 

 

Roberto Meregalli – Beati i costruttori di pace – Retelilliput

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