Ieri vedendo Mattarella salire all’altare della patria per celebrare il 25 aprile mi è venuto di chiedermi cosa c’entri il monumento al milite ignoto della prima guerra mondiale con la Resistenza. Forse la cosa mi è balzata agli occhi con più forza rispetto al passato per la presenza di un presidente in cartone ondulato che firma senza fiatare ogni controriforma costituzionale ed elettorale rispetto all’idea di Repubblica e di società nata dalla battaglia contro il nazifascismo, ma anche se non soprattutto – e a settant’anni di distanza lo si può cominciare a dire – contro i suoi fiancheggiatori occulti e silenziosi, i suoi alleati inconsapevoli, i suoi ambigui nemici, i suoi reticenti cappellani.
La risposta è che l’altare della patria non c’entra proprio nulla perché l’arida e cinica nomenklatura politica e istituzionale che scende in piazza per mostrarsi nel giorno di festa, tenta semplicemente di sussumere e confondere i valori e…
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